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Funakoshi Candelo Palestra di karate a Biella

AGONISTI  

  • SPORT OLIMPICO A TOKYO 2020
  • attività divertente e appagante, di Alto Profilo;
  • campus, collegiali, ritiri sportivi;
  • preatletismo
  • attività regionale, nazionale e internazionale
  • dalla classe ESORDIENTI (12 anni) alla classe SENIORES (35)

AGONISMO E EDUCAZIONE

L’attività agonistica è uno strumento educativo di fondamentale importanza.
Si impara a combattere, a resistere, a credere nei benefici della fatica, dell’impegno, della dedizione.
Si impara che la vittoria è solo il frutto di un buon lavoro (e non c’è nulla di più educativo!).
Si impara anche che le gare sono fenomeni circostanziali, verità parziali stabilite «lì e in quel momento».
Si sperimenta che con il lavoro e la dedizione si può ribaltare un risultato negativo. E anche che ogni classifica, ogni record, non sarà mai eterno.
Vincere, perdere, provare, riprovare.
Aiutare, essere aiutato; condividere sudore, entusiasmo, delusione, gioia.
Porsi obiettivi, collaborare in progetti, organizzare e pianificare gli impegni.
Di tutto questo ciò che resta è “il viaggio” non la meta.
Lo sport agonistico è metafora della vita: si sperimentano situazioni, si provano emozioni, si consolidano relazioni. Si può provare e riprovare. Si comprendono i limiti e l’importanza del rispetto delle regole.
Tuttavia l’accezione specialistica in ambito sportivo del termine agonismo, richiede una estrema specializzazione del sistema biologico umano, che è possibile soltanto attraverso risposte adattative permanenti e semipermanenti di tutte le funzioni e strutture. E, ovviamente, i carichi di allenamento vengono realizzati sulla base di modelli di prestazione molto evoluti. Questo implica investimento di tempo, energie e risorse, per prepararsi all’impegno agonistico-competitivo. Si tratta, dunque, di una scelta che deve essere armonizzata con il progetto esistenziale individuale e che solo una piccola parte di praticanti intraprende.
Pertanto, per rendere fruibile da molti questo importante strumento educativo, va considerata l’accezione più generale del termine, ovvero il concetto di misurazione/valutazione di una prestazione e non del risultato, e il confronto spontaneo con una propria prestazione precedente. Ciò risponde al bisogno di dare un valore a ciò che si fa. In questi termini l’agonismo diventa un comportamento molto positivo che consente di prendere atto dei propri limiti e delle proprie valenze e di operare per progredire. Il confronto con se stessi e con gli altri favorisce i processi di socializzazione e ha delle valenze educative molto importanti. L’accettazione leale della misurazione/valutazione della propria prestazione educa al “realismo” e a collocarsi in un contesto.

Funakoshi Candelo Palestra di karate a Biella

AGONISTI  

  • SPORT OLIMPICO A TOKYO 2020
  • attività divertente e appagante, di Alto Profilo;
  • campus, collegiali, ritiri sportivi;
  • preatletismo
  • attività regionale, nazionale e internazionale
  • dalla classe ESORDIENTI (12 anni) alla classe SENIORES (35)

AGONISMO E EDUCAZIONE

L’attività agonistica è uno strumento educativo di fondamentale importanza.
Si impara a combattere, a resistere, a credere nei benefici della fatica, dell’impegno, della dedizione.
Si impara che la vittoria è solo il frutto di un buon lavoro (e non c’è nulla di più educativo!).
Si impara anche che le gare sono fenomeni circostanziali, verità parziali stabilite «lì e in quel momento».
Si sperimenta che con il lavoro e la dedizione si può ribaltare un risultato negativo. E anche che ogni classifica, ogni record, non sarà mai eterno.
Vincere, perdere, provare, riprovare.
Aiutare, essere aiutato; condividere sudore, entusiasmo, delusione, gioia.
Porsi obiettivi, collaborare in progetti, organizzare e pianificare gli impegni.
Di tutto questo ciò che resta è “il viaggio” non la meta.
Lo sport agonistico è metafora della vita: si sperimentano situazioni, si provano emozioni, si consolidano relazioni. Si può provare e riprovare. Si comprendono i limiti e l’importanza del rispetto delle regole.
Tuttavia l’accezione specialistica in ambito sportivo del termine agonismo, richiede una estrema specializzazione del sistema biologico umano, che è possibile soltanto attraverso risposte adattative permanenti e semipermanenti di tutte le funzioni e strutture. E, ovviamente, i carichi di allenamento vengono realizzati sulla base di modelli di prestazione molto evoluti. Questo implica investimento di tempo, energie e risorse, per prepararsi all’impegno agonistico-competitivo. Si tratta, dunque, di una scelta che deve essere armonizzata con il progetto esistenziale individuale e che solo una piccola parte di praticanti intraprende.
Pertanto, per rendere fruibile da molti questo importante strumento educativo, va considerata l’accezione più generale del termine, ovvero il concetto di misurazione/valutazione di una prestazione e non del risultato, e il confronto spontaneo con una propria prestazione precedente. Ciò risponde al bisogno di dare un valore a ciò che si fa. In questi termini l’agonismo diventa un comportamento molto positivo che consente di prendere atto dei propri limiti e delle proprie valenze e di operare per progredire. Il confronto con se stessi e con gli altri favorisce i processi di socializzazione e ha delle valenze educative molto importanti. L’accettazione leale della misurazione/valutazione della propria prestazione educa al “realismo” e a collocarsi in un contesto.

INTERAZIONE NEURO-COGNITIVO-MOTORIA

Nel contesto dell’allenamento e della gara vi è la costante ed esplicita presenza di componenti simboliche e rituali nei comportamenti psico-motori degli individui in azione, e ciò determina una situazione che induce i praticanti all’interiorizzazione di comportamenti, nei quali l’aggressività si esprime in forme rispettose dell’incolumità e della dignità reciproca.
La codificazione delle azioni consentite, dei comportamenti accettabili e la finalizzazione stessa dei comportamenti e delle azioni, in funzione del conseguimento della superiorità-punteggio, mantiene l’interazione oppositiva nell’ambito di una realistica simulazione del combattimento di antica memoria.

COLLABORAZIONE E AFFIDAMENTO

Per realizzare un contesto allenante in tutta sicurezza è necessario instaurare con i compagni di pratica un rapporto di reciproco affidamento (rispetto delle regole) e di collaborazione fattiva. Quanto più e quanto meglio si realizzano condizioni di complessità situazionali e dinamismo motorio vicino all’intensità limite, ma con un elevato grado di sicurezza, tanto più e tanto meglio si riuscirà a progredire nell’acquisizione delle abilità specifiche.
Ciò sta a significare che un efficace allenamento presuppone la capacità di realizzare quelle condizioni che consentono di costruire, secondo necessità, situazioni di complessità e di dinamismo motorio assai vicine a quelle limite, che si trovano in gara. Per potersi allenare in queste condizioni, è necessario che i praticanti acquisiscano progressivamente la capacità di autocontrollo assoluto al fine di evitare di sorpassare i limiti di sicurezza, e che vivano i piccoli incidenti di percorso in totale serenità, accettandoli come errori e non come minacce alla propria incolumità.

INTERAZIONE NEURO-COGNITIVO-MOTORIA

Nel contesto dell’allenamento e della gara vi è la costante ed esplicita presenza di componenti simboliche e rituali nei comportamenti psico-motori degli individui in azione, e ciò determina una situazione che induce i praticanti all’interiorizzazione di comportamenti, nei quali l’aggressività si esprime in forme rispettose dell’incolumità e della dignità reciproca.
La codificazione delle azioni consentite, dei comportamenti accettabili e la finalizzazione stessa dei comportamenti e delle azioni, in funzione del conseguimento della superiorità-punteggio, mantiene l’interazione oppositiva nell’ambito di una realistica simulazione del combattimento di antica memoria.

COLLABORAZIONE E AFFIDAMENTO

Per realizzare un contesto allenante in tutta sicurezza è necessario instaurare con i compagni di pratica un rapporto di reciproco affidamento (rispetto delle regole) e di collaborazione fattiva. Quanto più e quanto meglio si realizzano condizioni di complessità situazionali e dinamismo motorio vicino all’intensità limite, ma con un elevato grado di sicurezza, tanto più e tanto meglio si riuscirà a progredire nell’acquisizione delle abilità specifiche.
Ciò sta a significare che un efficace allenamento presuppone la capacità di realizzare quelle condizioni che consentono di costruire, secondo necessità, situazioni di complessità e di dinamismo motorio assai vicine a quelle limite, che si trovano in gara. Per potersi allenare in queste condizioni, è necessario che i praticanti acquisiscano progressivamente la capacità di autocontrollo assoluto al fine di evitare di sorpassare i limiti di sicurezza, e che vivano i piccoli incidenti di percorso in totale serenità, accettandoli come errori e non come minacce alla propria incolumità.

SOLIDARIETÀ

La consapevolezza dell’importanza del partner-avversario e delle sue valenze, per poter progredire personalmente nell’acquisizione della capacità di prestazioni, comporta l’instaurazione di un rapporto di collaborazione molto stretto, che coinvolge la dimensione affettivo-morale della personalità e che porta all’instaurazione di un rapporto di profonda solidarietà, che difficilmente si incrina quando il partner-avversario di allenamento diventa antagonista in gara.
In sostanza, la verifica continua, all’interno delle situazioni di allenamento, delle proprie valenze e dei propri limiti e la constatazione dell’indispensabilità della collaborazione del partner-avversario per il loro superamento attivano processi molto efficaci di comunicazione e di socializzazione, che vengono ulteriormente rafforzati dal contesto del sodalizio sportivo.
Da ciò emerge, quindi, che l’esercizio di comportamenti e pratiche intenzionalmente aggressivi ma non violenti, nell’ambito di un contesto sportivo-rituale, quale quello delle Società Sportive, governato da regole molto precise e severe, determina l’interiorizzazione, da parte dei praticanti, di valori che sono esattamente agli antipodi rispetto ai modelli sociopatici della virilità aggressiva, proposti da un certo tipo di cinematografia, purtroppo molto diffusa.
In conclusione, un Progetto e un percorso educativo e una coerentemente strutturata pratica sportiva realizzano condizioni estremamente importanti al fine del conseguimento degli obiettivi educativi e dei processi di socializzazione, che, pur collocati nella Dimensione Sport, risultano estremamente efficaci e utili in un contesto sociale caratterizzato da ipocinesi e da difficoltà di integrazione.

Obiettivi di apprendimento:

  • -Saper rilevare e comprendere i cambiamenti morfologici del corpo e agire in modo adeguato per migliorarne l’efficienza e la condizione;
  • -saper mantenere un impegno motorio e l’autocontrollo delle funzioni muscolari e cardio- respiratorie;
  • -saper utilizzare efficacemente la coordinazione generale per realizzare gesti tecnici;
  • -saper utilizzare in modo creativo repertori personali;
  • -saper modulare le azioni tecniche in contesto spazio/temporale variabile;
  • -saper decodificare gli atti motori di avversari e compagni e i gesti degli Arbitri (in relazione ai Regolamenti);
  • -partecipare in forma propositiva alla scelte di tattiche di competizione;
  • -comprendere e conoscere i Regolamenti assumendo anche il ruolo dell’arbitro;
  • -saper gestire situazioni di gara con autocontrollo, equilibrio e fair play (ludere non ledere), rifiutare qualsiasi forma di violenza;
  • -saper comprendere le risposte adattative dell’organismo all’attività neuro-psico-motoria;
  • -comprendere la correlazione tra carichi motori, stato di salute e alimentazione.

SOLIDARIETÀ

La consapevolezza dell’importanza del partner-avversario e delle sue valenze, per poter progredire personalmente nell’acquisizione della capacità di prestazioni, comporta l’instaurazione di un rapporto di collaborazione molto stretto, che coinvolge la dimensione affettivo-morale della personalità e che porta all’instaurazione di un rapporto di profonda solidarietà, che difficilmente si incrina quando il partner-avversario di allenamento diventa antagonista in gara.
In sostanza, la verifica continua, all’interno delle situazioni di allenamento, delle proprie valenze e dei propri limiti e la constatazione dell’indispensabilità della collaborazione del partner-avversario per il loro superamento attivano processi molto efficaci di comunicazione e di socializzazione, che vengono ulteriormente rafforzati dal contesto del sodalizio sportivo.
Da ciò emerge, quindi, che l’esercizio di comportamenti e pratiche intenzionalmente aggressivi ma non violenti, nell’ambito di un contesto sportivo-rituale, quale quello delle Società Sportive, governato da regole molto precise e severe, determina l’interiorizzazione, da parte dei praticanti, di valori che sono esattamente agli antipodi rispetto ai modelli sociopatici della virilità aggressiva, proposti da un certo tipo di cinematografia, purtroppo molto diffusa.
In conclusione, un Progetto e un percorso educativo e una coerentemente strutturata pratica sportiva realizzano condizioni estremamente importanti al fine del conseguimento degli obiettivi educativi e dei processi di socializzazione, che, pur collocati nella Dimensione Sport, risultano estremamente efficaci e utili in un contesto sociale caratterizzato da ipocinesi e da difficoltà di integrazione.

Obiettivi di apprendimento:

  • -Saper rilevare e comprendere i cambiamenti morfologici del corpo e agire in modo adeguato per migliorarne l’efficienza e la condizione;
  • -saper mantenere un impegno motorio e l’autocontrollo delle funzioni muscolari e cardio- respiratorie;
  • -saper utilizzare efficacemente la coordinazione generale per realizzare gesti tecnici;
  • -saper utilizzare in modo creativo repertori personali;
  • -saper modulare le azioni tecniche in contesto spazio/temporale variabile;
  • -saper decodificare gli atti motori di avversari e compagni e i gesti degli Arbitri (in relazione ai Regolamenti);
  • -partecipare in forma propositiva alla scelte di tattiche di competizione;
  • -comprendere e conoscere i Regolamenti assumendo anche il ruolo dell’arbitro;
  • -saper gestire situazioni di gara con autocontrollo, equilibrio e fair play (ludere non ledere), rifiutare qualsiasi forma di violenza;
  • -saper comprendere le risposte adattative dell’organismo all’attività neuro-psico-motoria;
  • -comprendere la correlazione tra carichi motori, stato di salute e alimentazione.
I nostri contatti funakoshi1976asd@gmail.com Via Biella 60 candelo339 17 86 700